La S. Chiesa attraverso i secoli sostenne grandi, tremende persecuzioni, moltiplicando via via gli eroi che suggellarono col sangue la fede cristiana; ma oggi una battaglia ben piy terribile le muove l'inferno, quanto subdola e blanda altrettanto deleteria, ed h la stampa cattiva. Nessun pericolo piy grave di questo menaccia la integrit` della fede e del costume, e percir la S. Chiesa non cessa mai di indicarlo ai cristiani, perchh se no guardino.
I fideli fin da principio, benchh allora per mancanza dei moderni mezzi di divulgazione fossero scarsi gli scritti, vennero dalla legittima autorit` premuniti contro i libri erronei ed immoralli. Gi` l'Apostolo delle genti ottenne con la sua zelante predicazione che i neofiti di Efeso bruciassero pubblicamente i libri superstiziosi. (1) Dietro l'esempio di tanto maestro i pastori di anime, massime i Sommi Pontefici, nulla risparmiarono per allontanare gli uomini redenti, non corruptibilibus auro vel argento sed pretioso sanguine quasi Agni immaculati, Christi et incontaminati, (2) dalle perniciose letture.
Dal Concilio di Nicea che proibi il libro Thalia di Ario, da Papa ANASTASIO che condannr le opere di Origene, prechh plus essent nocitura insipientibus, quam profutura sapientibus, da LEONE M., che riprovati in Roma gli scritti dei Manichei, ingiunse ai Vescovi spagnuoli di insorgere contro i libri dei Priscillianisti, fino alla lettera testh emanata dalla Suprema Sacra Congregazione dei Sant'Uffizio contro la letteratura sensuale o sensuale-mistica, non h possibile anche solo elencare tutto quello che la S. Sede ha compiuto contro le pubblicazioni offensive delle verit` da credersi e delle norme morali da praticarsi. Basti qui ricordare: la S. Congregazione dell'Indice, instituita dal santo Pontefice Pio V; gli Indici dei libri proibiti, pubblicati per autorit` di PAOLO IV, di PIO IV, di CLEMENTE VIII, di ALESSANDRO VII, di BENEDETTO XIV, di LEONE XIII; inoltre la Constituzione Sollicita ac provmda data da BENEDETTO XIV nel iuglio del 1753, qua methodus praescribitur in examine et proscriptione librorum servanda, l'Enciclica Christianae reipublicae salus, che CLEMENTE VIII indirizzr nel novembro 1766 a tutti i vescovi, ut creditum sibi dominicum gregem a noxiorum librorum lectione averterent, o la Costituzione Officiorum ac munerum con la quale il grande LEONE XIII, nel febbraio 1896, promulgr Decreta generalia de prohibitione et censura librorum. (3) Tutto cir dimostra ad esuberanza quanto vigilante sia sempre stata la Sede Apostolica Romana e quanta premura si sia sempre data ut, per usare le stesse parole dell'immortale BENEDETTO XIV, christifideles ab eorum librorum lectione averteret, ex quibus incauti ac simplices detrimenti quidpiam capere possent, imbuique opinionibus ac doctrinis, quae vel morum integritati, vel catholicae religionis dogmatibus adversantur.
E non poteva la S. Chiesa diportarsi diversamente, chh costituita da Dio maestra infallibile e guida sicura dei fedeli, ed essendo a questo scopo fornita di tutti i mezzi necessari ed utili, ha il dovere e onseguentemente il sacrosanto diritto di impedire che l'errore e Ia corruzione, sotto qualsivoglia forma mascherati, entrino a contaminare il gregge di Gesy Cristo.
Nh si dica che la condanna dei libri nocivi h violazione di libert`, guerra alla luce del vero e che l'Indice dei libri proibiti h un permanente attentato al progresso delle lettere e delle scienze.
H manifesto innanzitutto che nessuno piy validamente della Chiesa cattolica insegna che l'uomo i dotato dal Creatore di libert`, e nessuno piy di lei ha difeso questo praestantissimum donum Dei contro chi ha osato negarlo o comunque diminuirlo. Soltanto gli infetti di quella peste morale che corre sotto il nome di liberalismo possono vedere inflitte ferite al libero arbitrio nei freni posti dal legittimo potere al libertinaggio: come se l'uomo per questo che h padrone dei suoi atti fosse autorizzato a fare sempre cir che vuole.
@ tale proposmto sapientemente scriveva quel grande luminare che fu LEONE XIII: Nihil tam perversum praeposterumque dici et cogitari posset quam illud, hominem, quia natura liber est, idcirco esse oportere legis expertem; quod si ita esset hoc profecto consequeretur, necesse ad lmbertatem esse non cohaerere cum ratione: cum contra longe vermssmmum sit, idcirco legi oportere subesse, quia est natura liber. (4)
Onde appare chiaro che l'autorit` competente quando impedisce con una legge coercitiva la diffusione degli errori dottrinali, sempre perniciosi ma deleteri al sommo se riguardino Ia religione, e cerca di togliere dalla circolazione gli scritti atti per loro natura a far perdere Ia fede o a corrompere i buoni costumi, in luogo di opporsi alla libert`, il cui esercizio consiste nella scelta dei mezzi piy atti per conseguire la eterna salute, Ia salva dai difetti, nei quali por l'umana infermit` potrebbe facilmente cadere.
I libri irreligiosi ed immorali sono talora scritti con stile ammaliante, trattano spesso di argomenti che o accarezzano le passioni carnali o lusingano l'orgoglio dello spirito, sempre poi con studiati artifizi e cavillosit` di ogni genero mirano a far presa nelle menti h nei cuori degli incauti lettori; h naturale percir che la Chiesa, qual provvida madre, con le sue opportune proibizioni ammonisca i fedeli perchh non accostino le labbra ai facili calici dei veleno. Non dunque per paura della luce la S. Sede vieta la lettura di certi libri, ma per quello zelo del quale Dio la infiamma e che non tollera la perdita delle anime, insegnando la stessa esperienza che l'uomo, decaduto dalla giustizia originale, h fortemente inclinato al male ed ha per conseguenza estremo bisogno di protezione e di difesa. Dei resto, quanto sia necessaria per il pubblico bene la repressione della atampa cattiva e come essa si accordi perfettamente con la giusta libert` l'hanno mostrato, sopratutto negli ultimi tempi, i Governi anche piy civili, i quali per tutelare le leggi e la tranquillit` dell'ordine sono ricorsi, con rigore ignoto alla Chiesa, perfino alla censura preventiva.
Inoltre, i pregi letterari o scientifici, se pure sono reali, non possono certo legittimare la diffusione dm un libro contrario alla religione e ai buoni costumi; che anzi, nel caso, si richiederebbe una misura repressiva tanto piy efficace quanto piy sottili sono le maglie dell'errore e piy seducenti le attrattive del male.
Ma cir che da molti non si comprende e che per gli acattolici costituisce il piy grave abuso della Curia -- come essi dicono -- Romana, h l'avere la Chiesa ostacolata la stampa e l'uso della Sacra Scrittura in lingua volgare. Eppure non si tratta in fondo che di una calunnia! Per i primi dodici secoli la lettura delle Sacre Lettere era assai famigliare ai cristiani, come appare dalle Omilie dei santi Padri e dai sermoni degli oratori sacri del Medio Evo, nh l'autorit` ecclesiastica intervenne mai a impedirla. Fu soltanto in seguito agli abusi degli eretici, specialmente dei Valdesi, degli Albigesi, dei Wiclefiti e in generale, dei Protestanti (i quali di fronte al volgo si sforzavano, con sacrileghe mutilazioni e arbitrarie interpretazioni, di trovare nella Bibbia quel sostegno che la storia negava loro irrimediabilmente), che Pontefici e Concilii si trovarono piy volte costretti a regolare ed ancho qualche volta a impedire la divulgazione della Bmbbia nelle lingue vive. Nessuno infatti pur negare che molte eresie sono sorte dall'abuso del volume divinamente ispirato, che anzi gi` affermava, in generale, s. Agostino: Neque natae sunt haereses, et quidem dogmata perversitatis illaqueantia animas et in profundum praecipitantia, nisi dum Scripturae bonae intelliguntur non bene; et quod in eis non bene intelligitur, etiam temere et audacter asseritur. (5) Non per questo perr sarebbe giusto dire che la Chiesa abbia assolutamente vietate le Bibbie in volgare: baster` richiamare alla memoria che nei settanta anni che corsero tra la invenzione della stampa e la pubblicazione della versione tedesca di Lutero, piy di 200 edizioni della Scrittura nelle varie lingue correnti si sparsero tra i popoli, dalla Chiesa debitamente approvate.
Coloro che vogliono dare in pascolo al popolo la S. Scrittura senza alcun controllo, sono anche i sostenitori del libero esame, del quale niente v'ha di piy assurdo e di piy rovinoso. Essi, i falsi paladini del volume ispirato, i quali ritengono la Bibbia l'unica fonte della divina Rivelazione, lanciano i loro sarcasmi e i loro banali insulti contro la Chiesa cattolica Romana; ma ormai h piy chiaro della luce del sole che in mezzo ai sistemi piy disparati dell'eresia la integrit` canonica della Bibbia, la sua divina ispirazione, la sua inconcussa verit` storica e dommatica sono ogni giorno piy messe in dubbio e sfacciatamente negate. E mentre da ogni parte i Libri Sacri vengono attaccati, proprio da quei medesimi che in essi pretendono trovare la unica base della vera Fede e su i quali sperano invano di unire in vincolo santo le varie shtte della Babilonia acattolica, una sola potenza resiste e li salva dalla minacciata rovina mantenendoli intatti nella loro primitiva autorit`, vale a dmre questa Chiesa Romana,cui Dio li affidr.
Tutto questo si h voluto esporre allo scopo di s'atare difficolt` che per il modo col quale vengono proposte e sostenute avrebbero potuto fare impressione sull'animo di alcuni fedeli cattolici. H invero ai buoni figli della Chiesa che qui si rivolge la parola, a quei figli devoti che ascoltano volentieri la parola del buon Pastore Gesy e del Suo Vicario in terra, il Papa, a quelli, in breve, che all'infuori dei casi di vera necessit`, per i qualm la S. Sede suole dispensare, osserveranno sempre scrupolosamente tutte le regole dell'Indice, astenendosi dal leggere o anche solo dal ritenere i libri dalla S. Chiesa comunque vietati.
Allo scopo portanto di facilitare ai volenterosi l'osservanza di un tale importantissimo dovere, il S. Padre Pio XI, gloriosamente regnante, calcando le orme di tanti illustri suoi predecessori, ha ordinato una nuova edizione dell'Indice dei libri proibiti, la quale, dopo essere stata corretta e opportunamente ritoccata, esce ora alla luce, munita della sua stessa Apostolica Autorit`.
Dal Palazzo del S. Uffizio, Festa del S. Cuore di Gesy, 7 giugno 1929.
Cardinale MERRY DEL VAL, Segretario della Suprema S. C. del Sant'Uffizio.
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(1) Atti degli Ap., cap. XIX, v.
19.
(2) Petr., cap. 1, v. 18, a.
(3) Le due Constituzioni Pontificie Sollicita ac provida e Officiorum ac
munerum furono indi ripubblicate in ogni edizione dell'Indice fino a quella del 1929.
(4) Encicl. Libertas, 20 giugno 1888.
(5) Tract. XVIII in loan., 1.